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Santos, Mario Ferreira dos.

Filosofo brasiliano. Laureatosi in Diritto e Scienze sociali all'università di Porto Alegre, esercitò per qualche tempo l'avvocatura e l'insegnamento; si ritirò quindi a vita privata per dedicarsi esclusivamente alla filosofia. Partendo da Pitagora, tentò una conciliazione tra la pitagorica Mathesis Megiste e la sapienza infusa dell'Aquinate, com'è contenuta nel commentario del De hebdomadibus di Severino Boezio. Per S. la filosofia diventa scienza, anzi superscienza nonché sapienza dei principi in quanto tali. Essa si presenta concreta perché consente di conoscere le cose alla loro radice e perché non ha per oggetto idee a priori; nello stesso tempo è positiva, ossia costruttiva e non soltanto critica e negativa, e deve essere anche apodittica, non soltanto problematica e probabile. In queste vesti essa può presentarsi come ponte tra metafisica e religione cattolica rivelata ed anche potrebbe diventare un nuovo metodo apologetico e catechetico adatto, in modo particolare, agli attuali ambienti colti. S. ha elaborato un sistema che, come sintesi profonda degli elementi di convergenza di tutti i più grandi filosofi e in omaggio a Platone, ha chiamato Matese. S. rimprovera alla filosofia moderna atteggiamenti negativi, come soggettivismo e astrattismo, scetticismo, finzionismo, nichilismo, denunciandone i “frutti nefasti” nell'opera Invasione verticale dei barbari (1967). Ma dei grandi maestri della filosofia moderna scopre pure e valorizza valide verità parziali, come ad esempio in Nietzsche. Tra le sue opere citiamo: Sapienza dei principi, Sapienza dell'unità, Sapienza dell'essere e del nulla, Sapienza delle leggi eterne. S. scrisse anche alcuni lavori di carattere letterario, quali il Corso di oratoria e di retorica (1953), Tecnica del discorso moderno, Pratica di oratoria ed alcuni volumi divulgativi come Invito alla filosofia, Invito alla psicologia pratica ed Invito all'estetica (Tietè, San Paolo 1907-1968).